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« il: Maggio 12, 2017, 11:06:51 pm »
È notte tarda. Non riesco a dormire. Inizio a contare le pecore ma la mia mente sa contare solo i motivi per stare sveglia. Sono stanca, gli occhi sono stanchi ma per qualche motivo rimangono aperti per sorvegliare. Se mi addormento non posso controllare il tempo che passa. La mia vita è fatta di ansia, un continuo annaspare in un mare gelido. Vorrei essere ciò che voglio e non indossare una maschera. Devo trovare ancora me stessa. Penso all’ identità e capisco che essa non esiste e che siamo l’insieme di tante personalità. In questa prospettiva, è impossibile ritrovare la vera me. Comprendo la complessità e la singolarità di ogni uomo e capisco che nemmeno io mi conosco.
A volte quando sto male come ora penso a chi in quel momento è felice, perché ci sarà da qualche parte nel mondo qualcuno che in quel momento è felice. Fingo poi di essere un’altra persona e il mio pensiero vaga in tanti luoghi. Il malessere può essere nullificato dalla totalità del mondo. Si può essere chi si vuole essere se ci si stacca dal proprio corpo e lo si lascia vivere. Guardo la finestra e realizzo che a volte vorrei vivere di parole: fissare su un pezzo di carta il bagliore che la luna manda nella mia stanza, guardare il sole e farne poesia.